07 Nov
BISOGNO DI RICOMINCIARE

Un (normale) viaggio in metro

Vi siete mai ritrovati sulla metro a guardare il vostro volto riflesso nei vetri sporchi, incapaci di riconoscervi? Avete mai sentito il bisogno di ridestarvi dal torpore e ricominciare a vivere?  

Sono le 7.00 del mattino. È ancora buio fuori. Scendo velocemente i gradini della metro, riparandomi con un ombrello dalle prime gocce di pioggia che stillano da un cielo grigio, piatto. Mi fermo in fila, inserisco il biglietto, la sbarra del tornello si blocca. Con un movimento impacciato riesco a scavalcarla e così ricomincia un'altra corsa affannosa giù per le scale. Aspetto in silenzio guardando il tabellone degli orari, in mezzo alla folla. L’attesa è interrotta dal frastuono della metro in arrivo. Una folata di vento, l’assordante stridore dei freni e infine le porte si aprono. Tutti sulla metro. Alcuni cercano un posto a sedere, altri trovano un cantuccio per appoggiarsi. Uno attaccato all’altro, la metro è già piena. Chi cerca di salire alle fermate successive si destreggia con grande abilità per farsi spazio tra i bagagli, schiacciarsi tra le persone, poi allungarsi, tenersi in equilibrio. Sulla metropolitana (così come nella vita) siamo tutti equilibristi, in cerca di un appiglio a cui tenerci saldi.

Sono le 7.30. Guardo il mio volto riflesso nei vetri sporchi. Mi sembra di guardare uno sconosciuto: sarà forse perché sono molto stanca, il volto pallido e segnato da profonde occhiaie scure, o sarà perché negli occhi leggo un senso di vuoto di cui finora non mi ero accorta. Sento molte voci attorno a me. C’è chi si lamenta, chi chiacchiera e chi ride. Avvolta da una strana malinconia, mi perdo nei miei pensieri. Tutt'a un tratto un uomo varca le porte della metro e, trovato un posto all'angolo, comincia a suonare il suo violino. Il brusio indistinto di voci ingaggia una lotta con la dolce musica dello strumento. Pervasa da una sensazione di pace, mi lascio trasportare dalle note di quella musica. Tutti gli altri passeggeri, indifferenti di quanto stia accadendo intorno a loro, neppure si accorgono della bellezza di quel momento. Quanto è vero che le persone a volte guardano senza vedere e sentono senza fermarsi ad ascoltare! Allora, l'amara constatazione dell'indifferenza generale desta in me il desiderio di lasciarmi stupire dai dettagli, dalle piccole cose belle che ogni giorno si svelano in modo inaspettato. Assaporo ogni nota, ed ecco che la metro è arrivata alla mia fermata. Ricomincio la corsa. Ha inizio la giornata. Qualcosa però è cambiato: ora gli occhi sono aperti a guardare ciò che c’è intorno a me, lasciandosi meravigliare e interrogare. Solo così ogni giorno si spoglia della sua ripetitività e acquista una bellezza tutta da scoprire.


Marta

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